Parco Nazionale della Sila Il Parco ricomprende i territori già ricadenti nello "storico" Parco Nazionale della Calabria (1968). Tutela aree di rilevante interesse ambientale in Sila piccola, Sila grande e Sila greca per complessivi 73.695 ettari.
Favorisce il mantenimento e Io sviluppo delle attività agro-silvo-pastorali tradizionali, artigianali, sportive, enogastronomiche, turistiche. Promuove ed incentiva le iniziative atte a favorire lo sviluppo economico e sociale delle popolazioni residenti all'interno del Parco. Provoca lo sviluppo ecocompatibile del comprensorio, crocevia del Mediterraneo di storia, arte e culture succedutesi nei secoli.
Tra gli animali presenti: il lupo, la lontra, il capriolo, il cinghiale, l'astore, lo sparviero, la poiana, il picchio nero, lo scoiattolo, ecc. Gli itinerari naturalistici, che segnalano dieci percorsi nelle zone piu' significative e piu' interessanti; il sentiero didattico lungo il quale le specie vegetali sono illustrate con schede monografiche, integrate da schede fauna; la carbonaia e il rifugio per i carbonai, il locale per la lavorazione del latte, che mirano ad illustrare alcuni aspetti della cultura agro-pastorale; le aree da pic-nic, i punti di ristoro ed il Centro visitatori rendono istruttive e confortevoli le escursioni e le soste.
I Giganti di Fallistro
La Riserva Naturale Guidata Biogenetica " I Giganti di Fallistro" e' stata istituita con D.M. 426 del 21/7/87.
La finalità principale della sua istituzione è quella di salvaguardare un eccezionale lembo di pineta ultracentenaria le cui piante raggiungono dimensioni notevolissime, dando una testimonianza unica dell'antica selva silana. Inoltre, poiché si tratta di una riserva biogenetica, si intende conservare un ecosistema idoneo per la produzione e la successiva raccolta di semi da destinare a nuovi impianti boschivi ed a studi di carattere genetico.
Ubicata in leggero pendio, con esposizione da NW a SE, in Comune di Spezzano della Sila (CS), si sviluppa su 5,44 ha. ad una quota media di 1420m s.l.m.
E' caratterizzata da una vegetazione in cui i pini larici ultracentenari sono predominanti sul pioppo tremolo, sul faggio e sull'acero montano. Da studi condotti su campioni legnosi e da osservazioni di campo, si stima che l'origine della pineta possa risalire agli anni 1620-1650, quando il proprietario del terreno, edificate le costruzioni per dimora estiva e per una filanda, si preoccupò di abbellire e proteggere le case con filari di acero montano e di impiantare la pineta sotto la quale erigere ricoveri non appena la copertura e la consistenza del bosco lo avessero consentito.
Il soprassuolo arboreo dominante è costituito dalla fustaia di pino laricio di varie età. Dai 350 e più anni dei "Giganti", ai 120 della pineta matura, fino ai 10-15 anni della rinnovazione naturale, sono rappresentate tutte le classi.
Nel piano intermedio si trovano la fustaia di pioppo tremolo e il ceduo di faggio. Maestosi esemplari di acero di monte coetanei dei "Giganti" vegetano ai margini della riserva. Uno, interno ad essa si trova proprio all'ingresso. Il sottobosco non è molto ricco, e solo nelle piccole radure troviamo numerose felci.
La fauna, tipica delle zone silana e appenniniche, è limitata a causa della ridotta estensione. Lo scoiattolo nero è sicuramente il rappresentantepiù numeroso e facilmente visibile.
All'interno della riserva vi sono 56 piante di pino laricio (di cui 4 a terra) e 7 di acero di monte, tutte numerate e classificate.
I diametri del fusto, a 1,30 m. di altezza oscillano dai 71 ai 187 cm. Le altezze, che in media sono di 35 metri, sfiorano in più casi i 43 metri, consentendo a questi monumenti naturali di arrivare a volumi di materiale legnoso vicini ai 30mc. e nei casi più maestosi a 60 mc. e più.
Camigliatello Silano
E' considerato il punto di riferimento delle vacanze in Sila ed e' collegato praticamente a tutte le stazioni turistiche della regione tramite una rete stradale ottima.
In Estate, Autunno e Primavera offre infinite occasioni per lunghe passeggiate attraverso fitti boschi, lungo sentieri che penetrano nel cuore della Sila Grande alla ricerca di emozioni uniche che solo una natura ancora incontaminata puo' offrire. E' vicinissimo al Parco Nazionale della Calabria che essendo un luogo attrezzato per lo studio della natura si pone anche come meta di vacanze didattiche. Il turista puo' trovare campi da tennis, di bocce e un campo di calcio professionale che ha trasformato Camigliatello anche meta ideale per quelle squadre che cercano un "ritiro" all'insegna dell'aria pura e della tranquillita'.
In Inverno invece, gli impianti di risalita di cui e' dotato lo pongono in primo piano come meta di sport invernali. Le sue attrezzature comprendono la cabinovia e la seggiovia monoposto Tasso-Montecurcio, le sciovie Macchione e Tasso, le piste di fondo di Macchia Sacra e Forgitelle, oltre le piste snodantesi tra pinete e faggete della lunghezza di m. 6000 circa. Infine, per completare il tutto, bisogna ricordare che le stazioni di partenza sono fornite di tutti i confort come bar, locale di noleggio e deposito sci, pronto soccorso; la stazione di arrivo della cabinovia con rifugio e' fornita di bar e tavola calda.
Davvero notevole è la varietà delle specie vegetali che caratterizzano l'altopiano della Sila, tanto arboree quanto erbacee ed arbustive, dovute a processi spontanei di colonizzazione biologica e relativo instaurarsi di successioni ecologiche, come pure da attribuirsi all'attività dell'uomo sottoforma di riforestazione o messa a coltura di varietà destinate all'alimentazione umana ed animale. Le propaggini del massiccio silano sono caratterizzate soprattutto dalla presenza di foreste a latifoglie, in particolare si notano formazioni a dominanza di Roverella, con il Cerro e la Rovere che prevalgono ad altitudini maggiori, mentre il Leccio risulta scarsamente rappresentato sui versanti più caldi. Continuando a salire si incontrano aree a castagno, un'albero la cui presenza è strettamente legato all'intervento dell'uomo. Un tempo si trattava di zone boschive occupanti notevoli superfici, soprattutto laddove la crescita delle piante era utilizzata per il consumo dei frutti mentre oggi per lo più si rinvengono zone residue di cedui, sfruttati per la produzione del legno.
L'elemento che contraddistingue per antonomasia l'altopiano sono i boschi di conifere, la cui specie simbolo è rappresentata dal Pino laricio; esso è presente, da solo, in zone quali quelle della Fossiata o di Gallopane, o in associazione al Faggio e/o all'Abete bianco, in altre, quali i monti Botte Donato, Montenero e la val di Tacina. Il già citato Abete bianco, caratterizzato anche dalla presenza di elementi plurisecolari, si rinviene in Sila Grande e nelle foreste del Gariglione e del Femminamorta.
In tutte quelle aree ove le temperature estive non raggiungono valori particolarmente alti con conseguente maggiore conservazione dello strato di humus edafico si instaura il climax del Faggio (Monte Scuro, Monte Curcio, Gariglione, Botte Donato, Femminamorta ecc.).
Per quanto riguarda i pascoli montani, molto estesi e variamente disseminati sul territorio della Sila, nella fascia del Pino laricio questi si caratterizzano per la presenza di Koeleria splendens, Koeleria cristata, Anthoxanthum odoratum, Festuca ovina, Cynosurus cristatus, Anthemis montana alle quali spesso si associa Cytisus subspinescens (una pianta spinosa ed intensamente lignificata alla base).
Laddove i suoli presentano una maggiore umidità si rinvengono Festuca rubra, Agrostis alba, Molina, Carex nonché, come specie invasiva, Genista anglica. Al di sopra dei 1500 metri le specie prative a più alta densità nei pascoli a tali altitudini sono Potentilla calabra, Armenia vulgaris, Festuca rubra e Poa alpina. Tra le colture agricole quelle maggiormente praticate consistono, naturalmente, nei cereali (grano ed orzo), nelle foraggere permanenti e nella patata.
Anche da un punto di vista faunistico la Sila rappresenta un bacino estremamente ricco in specie sebbene l'impatto delle attività antropiche può avere diradato la densità di determinate popolazioni un tempo più numerosamente rappresentate.
Tra i mammiferi predatori ricordiamo il lupo, presente in una trentina di esemplari, un tempo intensamente cacciato per i danni che si riteneva arrecasse agli allevamenti, oggi segnalato nuovamente in crescita numerica, sebbene non sia possibile dire con certezza se ciò derivi da una tendenza stabilizzata ad un incremento quantitativo della popolazione.
Anche la lontra, un tempo notevolmente rappresentata, oggi è caratterizzata dalla presenza di un numero modesto di individui, mentre il gatto selvatico si attesta su valori più consistenti.
A differenza delle summenzionate specie, piuttosto agevoli risultano le segnalazioni di scoiattoli (Sciurus vulgaris meridionalis), come pure diffuso è il cinghiale mentre capriolo, daino e cervo sono stati reintrodotti per rimpinguare popolazioni autoctone diradate.
Tra i rapaci vanno segnalati il Capovaccaio (Neophron percnopterus), ridotto a pochissimi individui nell'ambito della Sila Greca, il Nibbio reale,il Biancone, l'Astore ed il Gufo reale; tra le altre specie ricordiamo il Crociere, la Beccaccia, la Quaglia e soprattutto il Picchio nero particolarmente abbondante nei boschi a conifere ed in quelli misti.
I rettili sono molto numerosi e ben rappresentati sono la Vipera comune (Vipera aspis), il Saettone ed il serpente più lungo presente nel territorio nazionale, il Cervone; anche gli anfibi sono caratterizzati da una notevole abbondanza di specie variamente distribuite.